mercoledì 12 dicembre 2012

L’apollineo e il dionisiaco sono due impulsi, entrambi necessari per la produzione artistica come l’elemento maschile e quello femminile sono necessari alla riproduzione.

Nietzsche si occupa della tragedia greca nel suo primo libro pubblicato, “La nascita della tragedia”. La sua ricerca parte dall'individuazione delle due componenti tipiche di ogni arte: apollineo e dionisiaco. Apollo è il dio dell'equilibrio, della misura; Dioniso è il dio della sfrenatezza, dell'estasi. L'apollineo è di conseguenza la parte razionale, il dionisiaco quella istintiva ed emotiva, di ogni opera d'arte. L'arte apollinea per eccellenza è la scultura, quella dionisiaca la musica. La tragedia è la perfetta sintesi di entrambe. 

Nietzsche si sofferma sulla tragedia attica per questo: crede che dall'equilibrio della componente apollinea e dionisiaca nasca per l'uomo una situazione di serenità e di armonia. Nietzsche ritrova questa armonia negli antichi greci e non nell'uomo moderno, per questo si interroga su come ebbe origine la tragedia e sul perché essa cessò il suo splendore nell'arco di circa un secolo. 

Si domanda innanzitutto a che scopo gli antichi greci crearono gli Dei olimpici, e afferma che in essi ogni uomo vedeva rispecchiato il mondo perfetto, quello a cui aspirava ma che non poteva vivere, oppresso dalla tragicità dell'esistenza che avvertiva sempre più concretamente. Gli Dei permettevano all'uomo di vivere e di sopportare la sua esistenza, coprendo con il loro gusto della misura ogni suo accenno di eccesso e sfrenatezza. Era l'epoca dell'apollineo, l'epoca Omerica, che sarebbe stata superata dall'arrivo di Dioniso. 

Dalla lirica di Archiloco si sviluppa il gusto del dionisiaco e prende forma la tragedia attica, che trae la sua origine dalle schiere invasate dei cultori di Dioniso, mossi da impulsi ancestrali, che, con le loro danze e i loro canti, si riconciliano con la natura in festa. La tragedia nasce dai cori ditirambici: coloro che li intonavano distruggevano la propria soggettività e sprofondavano nella natura universale, di cui la musica è specchio. Quando l'uomo sprofonda definitivamente in questa dimensione dionisiaca interviene
Apollo, la componente razionale.